Storia del Sahara Occidentale

La storia del Sahara occidentale può essere fatta risalire ai tempi dell'esploratore cartaginese Annone il Navigatore nel V secolo a.C. Sebbene siano rimasti pochi documenti storici di quel periodo, la storia moderna del Sahara Occidentale ha le sue radici legate ad alcuni gruppi nomadi (che vivevano sotto il dominio tribale berbero e in contatto con l'Impero romano) come il gruppo Sanhaja e l'introduzione dell'Islam e la lingua araba alla fine dell'VIII secolo d.C.

Mappa del Sahara Occidentale nel 1876

Il Sahara occidentale non è mai stata una nazione nel senso moderno del termine. Era la patria delle colonie fenicie che però scomparvero praticamente senza lasciare traccia. L'Islam vi arrivò nell'VIII secolo, ma la regione, assediata dalla desertificazione, rimase poco sviluppata. Dall'XI al XIX secolo, il Sahara occidentale rappresentava uno dei collegamenti tra le regioni subsahariane e nordafricane. Durante l'XI secolo, la confederazione tribale Sanhaja si alleò con la tribù Lamtuna per fondare la dinastia Almoravide.[1] Le conquiste degli Almoravidi si estesero sull'attuale Marocco, sull'Algeria occidentale e sulla penisola iberica a nord, e su Mauritania e Mali a sud, raggiungendo l'Impero del Ghana.[2] Nel XVI secolo, la dinastia araba sa'diana conquistò l'Impero Songhai basato sul fiume Niger.[3] Alcune rotte commerciali trans-sahariane attraversavano anche il Sahara occidentale.

Nel 1884, la Spagna rivendicò un protettorato sulla costa da Capo Bojador a Cabo Blanco, e l'area fu successivamente ampliata. Nel 1958, la Spagna unì distretti separati per formare la provincia del Sahara spagnolo.

Un parere consultivo del 1975 della Corte internazionale di giustizia sullo status del Sahara occidentale sosteneva che, sebbene alcune tribù della regione avessero legami storici con il Marocco, non erano sufficienti per stabilire "qualsiasi legame di sovranità territoriale" tra il Sahara occidentale e il Regno del Marocco.[4] Il 6 novembre di quell'anno, la Marcia verde nel Sahara Occidentale iniziò quando 300.000 marocchini disarmati, accompagnati dall'esercito marocchino armato di armi pesanti[senza fonte] confluirono nella città meridionale di Tarfaya e aspettarono un segnale dal re Hassan II del Marocco per attraversare il Sahara spagnolo.[5] A seguito delle pressioni di Francia, Stati Uniti e Regno Unito, la Spagna con gli accordi di Madrid del 14 novembre 1975 dichiarò di abbandonare il Sahara occidentale. In quei giorni, si arrivò addirittura a riesumare cadaveri spagnoli dai cimiteri per riportarli in patria[6]. La Spagna ufficialmente lasciò il paese nel febbraio 1976, a Marocco e Mauritania. Il Marocco annesse così i due terzi settentrionali del Sahara occidentale e il resto del territorio nel 1979, in seguito al ritiro della Mauritania.

Il 27 febbraio 1976, il Fronte Polisario, organizzazione fondata nel maggio 1973 come movimento nazionale per la liberazione del Sahara Occidentale[7], proclamò formalmente la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi e istituì un governo in esilio, con il sostegno dell'Algeria, dando inizio a una guerriglia tra il Polisario e il Marocco, che continuò fino al cessate il fuoco del 1991. Come parte degli accordi di pace del 1991, si sarebbe tenuto un referendum tra le popolazioni indigene, dando loro la possibilità tra l'indipendenza o l'inclusione in Marocco. Ad oggi il referendum non si è tenuto a causa delle questioni su chi possa essere eleggibile al voto.

  1. ^ Almoravidi nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  2. ^ Abu Bakr ibn 'Umar in "Dizionario di Storia", su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  3. ^ (EN) Lansiné Kaba, Archers, Musketeers, and Mosquitoes: The Moroccan Invasion of the Sudan and the Songhay Resistance (1591–1612), in The Journal of African History, vol. 22, n. 4, 1981-10, pp. 457-475, DOI:10.1017/S0021853700019861. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :1
  5. ^ Regno del Marocco: La Marcia Verde, su ambasciatamarocco.it. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  6. ^ Tomás Bárbulo, "La historia prohibida del Sáhara Español," Destino, Imago mundi, Volume 21, 2002, p. 292.
  7. ^ Polisario nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2021.

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